Sapete qual è una delle professioni più odiate della storia? Quella del boia, figura che noi tutti conosciamo e immaginiamo (giustamente) come incappucciata e che si occupava di dare esecuzione alla condanne a morte, sia con ghigliottina che per impiccagione. Quello del boia era un vero e proprio mestiere e anche ben retribuito, questo perché il boia era una persona detestata da tutti e quindi non era proprio la professione più ambita. Ma perché vi sto parlando di questo? Perché oggi vi racconto la nascita di un alimento che oggi è comune ma che all’epoca non esisteva. E la nascita, avvenuta a Torino come conseguenza dei dispetti al boia, è legata alla città di Torino.

Via Bonelli 2 dove abitava il boia
Il boia e la nascita del pancarrè
Uno dei boia di Torino passati alla storia si chiamava Piero Pantoni. La sua dimora era situata in via Bonelli 2, in pieno centro di Torino e non lontano da Porta Palazzo. Per lui era come vivere da eremita visto che tutti i cittadini lo odiavano, compresi i panettieri che di vendergli il pane non ci pensavano proprio. Un rigetto della figura del boia che costrinse addirittura il duca Amedeo VIII di Savoia a intervenire e costringere i panettieri della città a vendergli il pane. Cosa che in effetti iniziarono a fare ma… glielo porgevano sempre al contrario, cosa che significava avere sdegno per il proprio cliente. Il duca intervenne una seconda volta e questa volta obbligò i panettieri a fare il pane uguale da entrambi i lati affinché non fosse possibile porgerlo al contrario. Così è nato il pancarrè.
Piero Pantoni e le sue 423 esecuzioni
Vi ho già raccontato che uno dei boia più celebri si chiamava Piero Pantoni. Lui è stato l’esecutore di 423 condanne a morte, molte delle quali avvenute con l’aiuto del figlio che, da dentro una botola, aveva il compito di tirare i piedi ai condannati per accelerare la loro morte per impiccagione.
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