“Cooperò coll’autorità della sua dottrina alle due maggiori imprese che l’industria scientifica abbia compiuto in questo secolo, il taglio dell’istmo e il traforo delle Alpi”. Oggi in piazza Paleocapa a Torino, a poche decine di metri dalla stazione di Porta Nuova e attaccata a via Roma si può leggere questa effige sotto la statua che raffigura Pietro Paleocapa, una figura molto importante per la storia della Città ma non solo.
Nato a Nese, in provincia di Bergamo, nel 1788, Pietro Paleocapa divenne scienziato e presto anche deputato al Parlamento Subalpino. Tra le sue battaglie ci fu quella per lo sviluppo ferroviario e per l’apertura del Traforo del Moncenisio che lo avvicinò molto anche a Camillo Benso conte di Cavour che amava definire Paleocapa come “ricco di accortezza e malizia ellenica”. Grazie a lui venne approvata la legge per il finanziamento del Traforo del Frejus che comportava un’ingente spesa a cui avrebbe partecipato anche la Francia.
La prima locomotiva attraversò il confine tra i due stati nel 1871 ma Paleocapa non fece in tempo a vederla perché si spense due anni prima a Torino.
L’idea di dedicargli un monumento fu approvata il giorno del suo funerale. Venne commissionato lo scultore Odoardo Tabacchi e nello stesso anno di avvio del Traforo, il 30 settembre 1871, fu inaugurato il monumento.
A Pietro Paleocapa, che dal 1849 al 1857 fu nominato ministro dei Lavori pubblici e che si occupò anche della progettazione del Canale di Suez, venne dedicato anche un busto. Questo lo si può ancora ammirare nell’atrio della stazione di Porta Nuova.
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