Scommettiamo che non tutti sanno che Torino, nel 1700, ospitò il prestigioso compositore e musicista austriaco Wolfgang Amadeus Mozart? Ebbene sì, era precisamente il 15 gennaio del 1771, quando l’appena quindicenne Wolfgang, accompagnato dal padre Leopold, fece ingresso nella città sabaudia in carrozza entrando da Porta Palazzo.
Il padre aveva programmato un tour concertistico nelle principali città italiane a ovviamente la Torino dei Savoia non poteva che essere una tappa fondamentale. Per arrivare al re Carlo Emanuele III, nella speranza di fare commissionare un’opera al giovane Mozart, ci fu un copioso invio di lettere a diversi destinatari, fino a quando il conte Giuseppe Lascaris di Ventimiglia (che diventerà vice re di Sardegna vista la parentela proprio con i Savoia) farà da tramite con il sovrano e a Wolfgang viene affidata la composizione di un’opera per il Teatro Regio, all’epoca uno dei più importanti d’Europa.
Il re accettò che il talentuoso compositore si occupasse dell’opera, come chiesto dal conte Lascaris, ma per una serie di intoppi e altri impegni questa non fu mai realizzata. Il sovrano prese tempo, i Mozart (padre e figlio) quindi fecero ritorno a Milano dove furono impegnati a lungo, tanto da non pensare più all’opera del Regio e, di conseguenza, la piccola parentesi nella città Sabauda restò tale (lasciando l’amaro in bocca per la mancata composizione a noio torinesi).
Delle due settimane (dal 14 al 31 gennaio 1771 circa) che Mozart trascorse a Torino cosa è rimasto? In realtà davvero poco, ma sappiamo che di certo ha alloggiato nell’hotel Dogana Nuova di via corte d’Appello 4. Oggi sulla facciata è presente una targa commemorativa del suo più illustre ospite, nonché una camera deluxe che porta il suo nome. Mozart festeggiò qui il suo quindicesimo compleanno, precisamente il 27 gennaio, per poi ripartire a Milano.
Il giovane prodigio negli anni tornò nuovamente in Italia, ma mai più a Torino. Intanto, nonostante il suo sfortunato flop torinese, possiamo essere fieri del suo passaggio in città.
Comments